sabato 21 gennaio 2017

Gnocchi di ricotta e cavolo nero

Le vicende di queste ultime settimane mi hanno insegnato qualcosa. Pare incredibile, ma è proprio vero che c'è sempre qualcosa da imparare. Quello che ho appreso dopo gli ultimi tragici fatti è che non bisogna lamentarsi per futili cose. Quindi faccio un fioretto: d'ora in avanti avrò diritto di lamentarmi solo per cose gravi. Il meteo avverso non vale, le piccole magagne fisiche nemmeno. Fanno parte della vita. Mentre il maltempo persistente, in zone già provate e disagiate dai terremoti, è pur vero che fa parte della vita ma è altrettanto vero che, forse, c'è qualcosa di malvagio e ultraterreno a disegnare queste sciagure. Come non condividere il pensiero del sindaco di Amatrice quando si domanda di quali colpe si siano macchiati in quelle zone per dover sopportare l'insopportabile?
Sono regioni a me molto vicine, avendo parenti sparsi nel quadrilatero appenninico, anche se di quelli più prossimi non ne resta che una manciata, gli altri sono arrivati al terzo/quarto grado di parentela. Ciò non toglie che la sera, quando chiudo gli occhi al caldo e nel comfort della mia casetta, penso a quanto debbano patire il freddo e governare la paura laggiù. E pure al buio. Il mio cuore è lì con loro.
Parlare di cucina in questi frangenti, con giornate serene, sembra una cosa futile. L'importante è non oscurare il cuore e sperare nello Stato, che è parecchio assente o, per meglio dire, inadempiente. Se non fosse per tutti i volontari, militari ecc...

Qualcosa di vegetariano è quasi indispensabile dopo le abbuffate senza fine del mese appena trascorso. Non so voi, ma a me alcune volte prendeva un senso di panico, che sfociava in nausea, alla vista di una cucina piena di ogni ben di dio.
Non nella mia, per fortuna, ma spesso a casa di amici quando vedevo una sfilza di portate che nemmeno io... pur in procinto delle nostre degustazioni. Il pensiero mi riportava alle preparazioni pantagrueliche che organizzava mio padre.
Non fraintendetemi: non che la mia cucina sia vuota in certe occasioni, ma i piatti sono calibrati sul numero dei commensali e le portate pensate e concepite affinché si possano susseguire sino alla fine senza appesantirsi troppo.
Quando invece mi capita di essere ospite... mi prende il panico. Intanto, se sono a casa mia posso tranquillamente eludere l'attenzione di chi condivide la nostra tavola e non assaggiare alcune portate. Invece da ospitata devo onorare tutta la cucina altrui e se, come spesso mi capita, si sommano portate simili per carico di carboidrati una sopra all'altra... il mio stomaco (comandato dal cervello) va in tilt. Subito mi assale una nausea assurda, da rifiuto totale di quello che devo portare alla bocca.
Fortuna che riesco a controllarmi il tempo di arrivare alla fine del 'lauto' pasto. Poi a casa mi riservo almeno tre giorni di dieta liquida, l'unica terapia che funzioni, coi miei amati brodi di ossa. Di cui vi parlerò prestissimo.
Perciò, in caso di incontri conviviali dopo festività, spesso ricorro a portate vegetariane che non hanno nulla di 'ospedaliero'.
La ricotta sceglietela di qualità. Niente pappette dalla consistenza terrosa. Una buona ricotta granulosa e saporita, anche di pecora o capra, meglio se di un caseificio artigianale.
Le dosi di questi gnocchi sono per 4.
-ricetta-
250 g ricotta
200 g farina
100 g parmigiano/grana grattugiato
50 g cavolo nero lessato e tritato
1 uovo piccolo
noce moscata
sale, pepe
sugo leggero di pomodoro fresco per condire
Trito finissimo il cavolo nero e lo mescolo in una boule con la ricotta, il parmigiano, l'uovo e la farina.
Condisco con un pizzicone di sale e una macinata di pepe e noce moscata.
Impasto velocemente, formo salametti con la pasta e ne ricavo gnocchetti che infarino e conservo coperti al fresco sino al momento della lessatura.
Porto a ebollizione abbondante acqua salata in una pentola capiente, verso gli gnocchi e li scolo dopo 1' da quando sono risaliti in superficie.
Li condisco con la salsa di pomodori freschi e li servo subito, con altro formaggio per chi non ne può fare a meno.
Personalmente li adoro anche freddi...
Il sugo di pomodoro lo preparo fresco anche d'inverno. Sbollento e passo o sminuzzo datterini o perini di serre italiane. Ma non pretendo che facciate altrettanto, usate pure il pomodoro che vi fa più comodo, basta che sia italiano!




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